La risposta della Conferenza dei direttori
al Cantiere Afam
Il
“Cantiere Afam” ha prodotto sul finire del 2014 un corposo
documento (un pdf di 50 pagine),
intitolato, con un calembour di sapore un po' pubblicitario, “Chiamata alle arti”.
La Conferenza dei direttori ha risposto con un suo documento, altrettanto
corposo, intitolato anch'esso "Chiamata alle arti", datato febbraio 2015 e
pubblicato sul sito direcons.it con data 15 aprile 2015.
Ne diamo qui brevemente conto, offrendo al lettore i link per la lettura dei
documenti integrali.
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Visto che si tratta di una risposta, ci si potrebbe aspettare
una risposta polemica. Non è così, almeno nel "taglio", com'è giusto che sia
per un
documento di un organo istituzionale qual è la Conferenza dei direttori.
La
"Chiamata alle arti" della Conferenza riprende non solo il titolo del documento
ministeriale. Ne riprende, e ne segue accuratamente, la scaletta ovvero
l'indice. "Internazionalizzazione", "Autonomia", "Valutazione e risorse" sono i
titoli della prima parte in entrambi, salvo che ad autonomia i direttori
affiancano governance.
"Offerta formativa", "Una nuova geografia", "Reclutamento" intitolano entrambi
la seconda parte, in modo pressoché identico. E le due terze parti comprendono
entrambe "Ricerca", "Lavoro, impresa e tecnologia", "La domanda di arte e di
musica", "Confini interni e confini esterni dell'Afam".
Tutt'e due i documenti comprendono sezioni dedicate alle
"domande": in quello ministeriale - che si presenta come "aperto"
- ci sono solo
domande, in quello dei direttori a ciascuna di quelle stesse domande corrisponde
una risposta.
Nel testo della Conferenza si trovano anche vari allegati. In particolare
si segnala quello sugli studenti cinesi (il cosiddetto
progetto Turandot) che costituiscono la maggioranza relativa degli studenti
stranieri nei Conservatori italiani. Qui, come anche nella sezione
"Internazionalizzazione", si documenta dettagliatamente il modo il
cui questa straordinaria risorsa è gestita in modo da tradurla, per i
Conservatori, in una perdita economica oltre che in una serie di distorsioni
funzionali; mentre d'altro canto il privato, italiano e cinese, ne trae cospicui
vantaggi.
Il lettore interessato potrà dedicarsi a un raffronto
dettagliato dei due testi. Quello che però merita di essere sottolineato è che
il documento della Conferenza, oltre a rispondere costruttivamente a quello
ministeriale, contiene un tentativo ampio e dettagliato di fare il punto della
situazione dell'istruzione musicale specialistica in Italia, a 16 anni dalla
legge di riforma.
Nel farlo non vengono taciuti gli aspetti più spinosi che non
hanno trovato risposta, come quello della irrazionale distribuzione sul
territorio di istituzioni tutte "uguali" di diritto, o quello della mancata
differenziazione delle mansioni docenti, che oltre tutto impedisce ogni
progressione di carriera.
Aspetti, questi, che erano ben previsti dalla 508 ma guarda caso proprio in quei
regolamenti che non hanno mai trovato attuazione. Per resistenze interne, certo,
ma (aggiungiamo) per totale mancanza di volontà/capacità politica.
Quanto alla 508, appunto, utilmente
ne vengono ripercorse le tappe e indicati con precisione quei punti,
molti e importanti, che non sono stati attuati. In questo modo il documento dei
direttori è una guida accurata in quello che si presenta come un vero ginepraio
di norme (secondo l'uso purtroppo comune nella legislazione italiana). Ma è
anche una risposta ricca di analisi e proposte alla generosità
alquanto proclamatoria della "chiamata alle arti" del Cantiere Giannini.
(s.l)
Qui>> il documento della Conferenza dei direttori
Qui>> il documento del Cantiere Afam
maggio
2015
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