Ogni anno, quando
si liberano cattedre per pensionamenti, i consigli accademici sono
chiamati a decidere se mantenere queste cattedre o convertirle su altre
discipline – oggi altri settori disciplinari. Questo è l’unico
ambito in cui, per ora, ai Conservatori è consentito programmare il proprio
sviluppo.
La decisione viene assunta spesso caso per caso, in base a criteri di
(presunto) buon senso, o a esigenze locali più o meno sentite.
Talvolta - si può supporre - tenendo maliziosamente d’occhio le graduatorie dei
trasferimenti, per mantenere la cattedra laddove il primo in graduatoria
è più gradito, e convertirla nel caso contrario. |
Le decisioni sul
mantenimento/ conversione delle cattedre: spesso senza un criterio di
programmazione. |
Più
raramente gli istituti elaborano un piano pluriennale del proprio
sviluppo in cui, di anno in anno, inserire le decisioni che i pensionamenti chiamano
a prendere. Per fare questo occorre stabilire quali
sono i parametri che guidano una programmazione dello sviluppo. Ma di
questo parleremo più avanti.
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In vista delle
decisioni sul mantenimento o conversione di cattedre, a Milano Silvia
Rumi - coordinatrice del dipartimento di Pianoforte del Conservatorio –
ha voluto supportare il Consiglio accademico con una puntuale analisi
dei dati di fatto. Ha elaborato uno strumento semplice ma innovativo: vi
si sviluppa il calcolo del fabbisogno, per la Scuola di pianoforte, di
ore d'insegnamento del settore disciplinare CODI/21, in base ai diversi
percorsi formativi esistenti (I livello, II livello, corsi di base e
dell'ordinamento previgente). Il calcolo è riferito ai prossimi 3 anni accademici,
a partire dall’ipotesi che tutto l’insegnamento si svolga in orario di
cattedra. |
Uno strumento
semplice e innovativo elaborato da Silvia Rumi a Milano: la relazione
fra i percorsi formativi e il fabbisogno di cattedre per la Scuola di
pianoforte. |
Il lavoro si
riferisce esclusivamente alle discipline che nel percorso
formativo milanese sono obbligatorie, e non considera il fabbisogno di ore erogate
da altri settori disciplinari.
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Sono assunti come
fondamento i dati della popolazione studentesca, visto che non è mai
stato elaborato - almeno a Milano - un piano complessivo di sviluppo
dell’istituzione, che comprenda altri e diversi parametri (ne facciamo
alcuni esempi qui più avanti). Fra le ipotesi possibili, si è preferita quella di una invarianza
della popolazione studentesca rispetto alla media dei tre anni
accademici appena trascorsi (2007-2009).
Si tratta beninteso di una ipotesi prudenziale, perché il passaggio a
ordinamento dei corsi di I livello, e la cessazione degli esami per i
privatisti, lascerebbero prevedere un graduale aumento della domanda sul
Triennio. Al contempo i corsi di base continueranno la loro attività
(che dovrà essere rimodulata quanto ad assetto disciplinare,
contenuti/obiettivi e scansione temporale) e i corsi dell’ordinamento
previgente continueranno per gli studenti già iscritti che vorranno
proseguire con il loro percorso.
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I presupposti: la popolazione studentesca media degli ultimi 3 anni. |
Il
documento è quindi articolato in tre sezioni. Nella prima sono esposti i
dati relativi alla popolazione studentesca della Scuola di pianoforte al
giugno 2010, partitamente per corsi di base e ordinamento previgente,
corsi per il Diploma di I livello, corsi per il Diploma di II livello
(nei 2 indirizzi interpretativo e maestro collaboratore).
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I dati: la
popolazione del 2009/10. |
C‘è la previsione
sugli studenti in uscita nelle 3 sessioni di diploma del presente
a.a., e i dati sulla domanda d’ammissione ai vari ordinamenti
(Liceo interno, scuola media convenzionata, corsi di base, Triennio,
Biennio nei 2 indirizzi.
Non ci sono, né potevano esserci, i dati sulla domanda d’ingresso al
nuovo Triennio di Maestro collaboratore e al nuovo Triennio di Didattica
dello strumento (per la quota dei pianisti). Il Consiglio accademico ha
deciso di inviare all’approvazione ministeriale tutti i Trienni previsti
dall’ordinamento ma, in assenza di un manifesto degli studi, a questi
nuovi corsi non è stata data alcuna pubblicità. Quindi l’utenza non ne
conosce l’esistenza e non ha motivo di chiedere l’ammissione.
I dati non comprendono, infine, la via d’accesso più tradizionale al
triennio di I livello, cioè gli studenti interni che, al passaggio dal
7° all’8° anno di corso, optano per il nuovo ordinamento. Questa opzione
avviene più avanti e nel momento della redazione dello studio non era
stimabile.
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I dati: studenti in uscita e previsioni d'entrata.
Non c'è domanda sui nuovi Trienni di Maestro collaboratore e Didattica
dello strumento, perchè non pubblicizzati. |
Il dislivello fra
la stima degli studenti in uscita (36) e il totale provvisorio delle
domande d’ammissione (90, ed è provvisorio perché il termine per la
presentazione delle domande è stato prorogato al 31 agosto) autorizza a
stimare una costanza o anche un possibile aumento della popolazione
studentesca della Scuola.
Completa il quadro dei dati l’elenco delle consistenze medie della
popolazione studentesca negli ultimi 3 anni, anche qui partitamente
fra corsi di base, ordinamento previgente, D.A. di I livello e D.A. di
II livello nei 2 indirizzi.
|
Sostanziale stabilità
della popolazione. La media degli ultimi 3 anni. |
La seconda sezione
del documento calcola la stima del fabbisogno di ore di didattica nei
prossimi 3 anni. Anche questa è articolata secondo i diversi
ordinamenti. La parte più interessante è indubbiamente quella che
riguarda il D.A. di I
livello, perché qui si manifesta un’impennata del fabbisogno di
ore/didattica per studente a carico del settore disciplinare CODI/21.
Una impennata che rivoluziona
tutto il quadro.
|
La stima del fabbisogno
di cattedre. Impennata nel I livello. |
Limitandosi alle
sole discipline obbligatorie, e tenendo conto del graduale passaggio
degli studenti dal percorso formativo sperimentale a quello definitivo,
il documento calcola le ore di didattica necessarie agli insegnamenti
individuali (che sono direttamente proporzionali al numero degli
studenti) e quelle necessarie agli insegnamenti collettivi (che non sono
correlate al numero degli studenti e hanno perciò un’incidenza
proporzionalmente inversa al variare del numero degli studenti).
Vengono poi aggregate le ore necessarie alle discipline individuali,
quelle delle discipline collettive, e il totale delle ore necessarie per
i prossimi 3 anni.
|
|
Lo stesso
procedimento viene applicato ai corsi per il D.A. di II livello. Qui le
ore a carico del settore CODI/21 sono molto più limitate. In particolare
il Biennio di Maestro collaboratore vede a Milano una sola annualità di
Pianoforte, che non conduce a prova finale.
Chiude questa sezione la stima del fabbisogno di ore per i corsi di base
e l’ordinamento previgente "a esaurimento", sempre sull’ipotesi
dell’invarianza del numero degli studenti.
|
Il fabbisogno nel II
livello, nei corsi di base e del vecchio ordinamento "a esaurimento". |
Nella terza
sezione vengono riportati e riassunti i dati più significativi, e le
cifre sono sorprendenti.
Il totale delle ore di didattica a carico del settore CODI/21
(Pianoforte) per ciascuno dei prossimi 3 anni è di 8743 ore
che, se svolte interamente in orario di cattedra, corrispondono a 27
cattedre per 324 ore annuali ciascuna. Le cattedre di Pianoforte a
Milano, al momento della redazione del documento, erano 22.
|
I dati conclusivi: il
fabbisogno di cattedre del settore disciplinare CODI/21 (Pianoforte). |
Il numero di ore
di didattica a carico del settore CODI/21 per ciascuno studente e per
ciascun anno passa dalle 27 ore per i corsi di base e
dell’ordinamento previgente (e sappiamo tutti che è un dato
convenzionale, in realtà se ne fanno molte di più) alle 35 per
gli studenti del Biennio di II livello. E s’impenna a 148 ore per
studente e per anno nel caso del triennio di I livello, pur senza
tener conto delle ore necessarie per gli studenti di II livello che
abbiano debiti su discipline del primo.
|
I dati conclusivi: quante
ore per ogni studente ogni anno, nei vari tipi di ordinamento. |
Il lavoro di Rumi è un tentativo del tutto nuovo
(almeno per Milano) di affrontare su basi oggettive la programmazione di
una Scuola, tenendo conto degli effetti del nuovo ordinamento sul
fabbisogno di cattedre. Avrebbe potuto essere una case history
esemplare se non gli fosse mancato il lieto fine. Il Consiglio
accademico milanese ha infatti ignorato le risultanze del documento e ha
proceduto all’annunciata chiusura di una cattedra di Pianoforte e di una di
Composizione, per aprire 3 posti di assistente amministrativo. Le
cattedre in questione non saranno più recuperabili, nè per le discipline
d'origine nè per qualsiasi altra.
|
Una case history
senza lieto fine: il C.A. milanese chiude 2 cattedre per aprire 3 posti
di assistente amministrativo |
Alcune risultanze
del lavoro di Rumi hanno probabilmente valenza generale. Se il numero delle
cattedre non potrà salire – e sarebbe ben difficile –, e se non si potrà
fare massicciamente ricorso alla didattica “aggiuntiva”, cioè al lavoro
straordinario – e anche questo è altamente improbabile per le note
ragioni - se ne ricava di necessità che il rapporto fra numero dei
docenti del settore CODI/21 e numero di studenti è destinato a salire
(o, che è lo stesso, il numero degli studenti a diminuire, a parità di
docenti). Sarà compito
di ciascuna istituzione orientare questo processo, cominciando a
programmare il numero delle nuove ammissioni con criteri differenziati.
Per esempio, definendo la quota di ammissioni all’alta formazione e
quella dei corsi di base. Per esempio, identificando aree di vocazione o
di eccellenza da privilegiare, e altre da moderare.
|
Valore generale del
documento: cambia il rapporto numerico fra docenti e studenti. Necessità
di programmare. |
La popolazione
studentesca, tuttavia, non è una variabile indipendente. E’ determinata
a sua volta da altri fattori, quali la disponibilità di cattedre (il
sistema funziona di fatto a numero chiuso) e la pressione della domanda.
Quest’ultima a sua volta è influenzata da una molteplicità di
condizionamenti culturali, di mode, di tendenze anche indotte dai mass
media. La domanda può essere forte su alcuni strumenti musicali a danno
di altri, e non sarebbe sempre buona prassi da parte dell’istituzione
assecondarla acriticamente.
La domanda di ammissione può invece essere orientata da buone politiche
della comunicazione (manifesto degli studi, pubblicità dei percorsi
formativi e dei relativi profili professionali) e sopratutto
dall’innovazione dell’offerta formativa, a cominciare dalle convenzioni
con le Università.
Su tutti questi argomenti il sistema dei Conservatori nel suo insieme
sembra in verità piuttosto in ritardo, pur con significative eccezioni.
|
Gli altri elementi
necessari per programmare: le politiche di orientamento della domanda
d'ammissione. |
Un altro elemento
indispensabile per programmare è la conoscenza degli esiti occupazionali
degli studenti. E’ questo un argomento che si affronta in genere con
frasi fatte, e con atteggiamenti pregiudizialmente pessimistici, oppure
altrettanto acriticamente ottimistici. Certo è che di dati attendibili ce ne
sono pochi.
Si tratta di una lacuna ormai insostenibile.
Sul tema degli esiti
occupazionali hanno cominciato a lavorare i nuclei di valutazione del
Conservatorio di Parma e di quello dell’Aquila insieme con il Consorzio
Almalaurea, che cura il monitoraggio degli esiti occupazionali per
l’Università. Il Conservatorio di Genova ha in progetto di collegarsi
all’iniziativa. C’è da augurarsi che altre istituzioni si muovano su
questo tema, prima di scoprirsi spiazzate dagli eventi senza aver potuto
prevederli né condizionarli.
|
Gli altri elementi
necessari per programmare: la conoscenza degli esiti occupazionali. |
Sullo sfondo restano gli interrogativi, appunto “di fondo”,
che vengono sollevati di tanto in tanto ma non danno quasi mai luogo a
buone pratiche. Le 21 cattedre di Pianoforte e le 19 di Composizione
rimaste a Milano, sono tante o poche? E in relazione a che cosa? Alle
cattedre omologhe di Bari, di Frosinone, di Torino, di Venezia, o di
dove? E,
sopratutto, tutte assieme le cattedre di Pianoforte e di Composizione
dei Conservatori italiani a quali esiti occupazionali conducono? E a che
tipo di pianista, a che tipo di compositore guardano?
3 luglio 2010
|
Gli interrogativi di
fondo: quante cattedre, quanti studenti. Per quali fini? |
mm |
Silvia Rumi
ELEMENTI PER LA
PROGRAMMAZIONE DELLA SCUOLA DI PIANOFORTE
DEL CONSERVATORIO DI MILANO NEL TRIENNIO 2010/11 - 2012/13
Sezione 1 - Dati al giugno 2010
|
DATI
POPOLAZIONE STUDENTESCA |
Studenti
iscritti ai corsi di base e superiori dell’ordinamento
previgente |
|
159 |
Studenti
iscritti ai corsi per il Diploma Accademico di I livello |
|
13 |
Studenti
iscritti ai corsi per il Diploma Accademico di II livello |
Indirizzo
interpretativo |
18 |
Indirizzo
Maestro collaboratore |
10 |
|
totale
iscritti |
200 |
|
STUDENTI
IN USCITA |
Studenti in
uscita nell’A.A. 2009/10 |
Ordinamento
previgente |
15 |
D.A. di I
livello |
5 |
D.A. di II
livello (diploma interpretativo) |
3 |
D:A: di II
livello (Maestro collaboratore: annualità di Prassi
esecutiva/Pianoforte assolta nell’a.a.) |
13 |
|
totale
studenti in uscita |
36 |
|
DATI
DOMANDE D’AMMISSIONE |
|
|
Studenti in
entrata: dati provvisori delle domande di ammissione al 30
aprile 2010, prima della riapertura delle stesse al 31 agosto
2010
|
Liceo e
scuola media |
12 |
Corsi di
base |
56 |
D.A. di I
livello (domande di ammissione di esterni) |
4 |
D.A. di I
livello (stima sull’opzione per il nuovo ordinamento da parte
degli studenti interni promossi all’8° corso) |
2 |
D.A. di I
livello – indirizzo Maestro collaboratore |
non esistono dati |
D.A. di II
livello |
16 |
|
totale
domande ammissione (provvisorio) |
90 |
|
MEDIA
ANNUALE DEGLI STUDENTI ISCRITTI NEL TRIENNIO 2007/08-2009/10 |
|
|
|
Corsi di
base e ordinamento previgente |
171 |
|
D.A. di I
livello |
19 |
|
D.A. di II
livello, indirizzo interpretativo |
27 |
|
D.A. di II
livello, indirizzo Maestro collaboratore |
10 |
|
totale D.A.
di II livello |
37 |
|
Sezione 2 -
Stima del fabbisogno di ore/didattica del settore
artistico disciplinare CODI/21 Pianoforte per il triennio 2010/11
– 2012/13, limitatamente alle discipline obbligatorie, con popolazione
studentesca stabile rispetto alla media del triennio 2007/08 –
2009/2010.
|
|
Note.
1. La previsione di invarianza della popolazione rispetto alla media
degli ultimi 3 anni è da ritenersi prudenziale, considerando il
passaggio a ordinamento dei corsi di I livello a partire dall’a.a.
2010-11.
2. Il fabbisogno di ore non è
direttamente proporzionale al numero degli studenti, per l’incidenza
proporzionalmente inversa dei corsi collettivi. Variando in più o in
meno il numero di studenti rispetto a quello qui assunto non si
ottiene una variazione direttamente proporzionale del fabbisogno di
ore, ma una variazione proporzionalmente inferiore.
3. Per i corsi del D.A. di I
livello la stima è stata condotta sul percorso formativo in vigore
per gli iscritti nell’a.a. 2009/10, pro quota; per i restanti
studenti sul percorso formativo valido a partire dall’a.a. 2010/11,
come confermato al Dipartimento dal Coordinatore della didattica in
data 23 giugno 2010.
4. Il fabbisogno per i corsi di
base e dell’ordinamento previgente “ad esaurimento” è stato
calcolato sulla base di 1 ora di lezione settimanale per allievo,
largamente inferiore alla prassi effettiva.
5 La presente
stima non tiene conto del nuovo corso di Diploma accademico di I
livello “Maestro collaboratore”, di cui ancora non è stata data
notizia all’esterno.
|
|
CORSI PER IL DIPLOMA ACCADEMICO DI I LIVELLO |
disciplina |
ore
per studente in 3 anni |
fabbisogno ore in 3 anni |
Prassi
esecutiva e repertorio: pianoforte |
153 per gli
iscritti dal 2010/11 (previsione nel triennio: 6, 12, 19
studenti) |
5661 |
Prassi
esecutiva e repertorio: pianoforte |
81 per gli
iscritti fino al 2009/10 (previsione nel triennio: 13, 6, 0
studenti) |
1539 |
Prassi
esecutiva e repertorio: Pianoforte (totale) |
|
7200 |
|
altre
discipline obbligatorie del settore CODI/21 |
a)
discipline collettive di cui si prevede l’attivazione in
ciascuno dei tre anni |
Didattica
pianistica |
72 |
72 |
Storia del
repertorio |
72 |
72 |
Prassi
esecutiva della musica contemporanea |
72 |
72 |
Metodologia
dell’insegnamento strumentale |
72 |
72 |
Improvvisazione allo strumento |
72 |
72 |
Fisiopatologia dell’esecuzione musicale |
30 |
30 |
totale
discipline collettive |
390 |
|
b) altre
discipline a lezione individuale |
Tecniche
della lettura a prima vista (comprende la previsione di 2
debitori del Biennio per anno, basata sulla media del triennio
2007/09) |
27 |
567 |
Pianoforte
storico (comprende la previsione di 1 debitore del Biennio per
anno, basata sulla media del triennio 2007/2009) |
18 |
360 |
totale
altre discipline a lezione individuale |
927 |
totale
altre discipline obbligatorie del settore CODI/21 |
|
1317 |
|
totale
fabbisogno ore del settore CODI/21 nel triennio 2010/11 –
2012/13 |
|
8517 |
totale
fabbisogno ore del settore CODI/21, per anno (I livello) |
|
2839 |
|
CORSI PER IL DIPLOMA ACCADEMICO DI II LIVELLO |
disciplina |
ore
per studente in 2 anni |
fabbisogno ore in 2 anni |
Prassi
esecutiva e repertorio: Pianoforte (indirizzo interpretativo) |
54 |
1458 |
Prassi
esecutiva e repertorio: Pianoforte (indirizzo Maestro
collaboratore) |
27 |
270 |
Prassi
esecutiva e repertorio: Pianoforte (totale) |
|
1728 |
|
altre
discipline obbligatorie del settore CODI/21 |
a)
discipline collettive di cui si prevede l’attivazione in
ciascuno dei due anni |
Metodologia
dell’insegnamento strumentale |
24 |
48 |
Metodi,
repertori, didattica |
36 |
72 |
totale
discipline collettive |
|
120 |
|
b) altre
discipline a lezione individuale |
Tecniche
della lettura a prima vista (obbligatoria solo per l’indirizzo
interpretativo) |
18 |
486 |
Prassi
esecutiva e repertorio d’orchestra (obbligatoria solo per
l’indirizzo Maestro collaboratore) |
24 |
240 |
totale
altre discipline a lez. individuale |
726 |
totale
altre discipline obbligatorie del settore CODI/21 |
846 |
|
totale
fabbisogno ore del settore CODI/21 nel biennio 2010/11 – 2011/12 |
2574 |
totale
fabbisogno ore del settore CODI/21, per anno (II livello) |
1287 |
|
CORSI DI BASE E DELL’ORDINAMENTO PREVIGENTE |
disciplina |
ore
per studente/anno |
fabbisogno ore in ciascun
anno |
Pianoforte |
27 |
4617 |
totale
fabbisogno ore del settore CODI/21, per anno (corsi di base e
ordinamento previgente) |
4617 |
|
DATI CONCLUSIVI
|
totale fabbisogno ore del
settore CODI/21 per la scuola di Pianoforte (discipline
obbligatorie), per anno
|
8743 |
|
numero
dei docenti necessari a coprire il fabbisogno in orario di
cattedra, in ragione di 324 ore annue per docente |
27 |
|
ore di
didattica del settore CODI/21 richieste dall’ordinamento
(discipline obbligatorie), per ogni studente/anno |
corsi di
base e ordinamento previgente |
27 |
corsi per
il D.A. di I livello |
148* |
corsi per
il D.A. di II livello |
35** |
* il dato
non comprende la previsione della didattica per i debiti
degli studenti del II livello.
** il dato non comprende la previsione della didattica
per i debiti degli studenti di II livello. Si ricorda che la
disciplina “Pianoforte” ha una sola annualità nel corso di
Maestro collaboratore e non conduce a prova finale. |
|
Milano, 27 giugno 2010 |