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sei in: INTERVENTI>NUOVO ORDINAMENTO E PROGRAMMAZIONE DELLE CATTEDRE


Nuovo ordinamento e programmazione delle cattedre:
un approccio razionale


di Sergio Lattes

  

Ogni anno, quando si liberano cattedre per pensionamenti, i consigli accademici sono chiamati a decidere se mantenere queste cattedre o convertirle su altre discipline – oggi altri settori disciplinari. Questo è l’unico ambito in cui, per ora, ai Conservatori è consentito programmare il proprio sviluppo.
La decisione viene assunta spesso caso per caso, in base a criteri di (presunto) buon senso, o a esigenze locali più o meno sentite. Talvolta - si può supporre - tenendo maliziosamente d’occhio le graduatorie dei trasferimenti, per mantenere la cattedra laddove il primo in graduatoria è più gradito, e convertirla nel caso contrario.

Le decisioni sul mantenimento/ conversione delle cattedre: spesso senza un criterio di programmazione.

Più raramente gli istituti elaborano un piano pluriennale del proprio sviluppo in cui, di anno in anno, inserire le decisioni che i pensionamenti chiamano a prendere. Per fare questo occorre stabilire quali sono i parametri che guidano una programmazione dello sviluppo. Ma di questo parleremo più avanti.
 

 

In vista delle decisioni sul mantenimento o conversione di cattedre, a Milano Silvia Rumi - coordinatrice del dipartimento di Pianoforte del Conservatorio – ha voluto supportare il Consiglio accademico con una puntuale analisi dei dati di fatto. Ha elaborato uno strumento semplice ma innovativo: vi si sviluppa il calcolo del fabbisogno, per la Scuola di pianoforte, di ore d'insegnamento del settore disciplinare CODI/21, in base ai diversi percorsi formativi esistenti (I livello, II livello, corsi di base e dell'ordinamento previgente). Il calcolo è riferito ai prossimi 3 anni accademici, a partire dall’ipotesi che tutto l’insegnamento si svolga in orario di cattedra.

Uno strumento semplice e innovativo elaborato da Silvia Rumi a Milano: la relazione fra i percorsi formativi e il fabbisogno di cattedre per la Scuola di pianoforte.

Il lavoro si riferisce esclusivamente alle discipline che nel percorso formativo milanese sono obbligatorie, e non considera il fabbisogno di ore erogate da altri settori disciplinari.
 

 

Sono assunti come fondamento i dati della popolazione studentesca, visto che non è mai stato elaborato - almeno a Milano - un piano complessivo di sviluppo dell’istituzione, che comprenda altri e diversi parametri (ne facciamo alcuni esempi qui più avanti). Fra le ipotesi possibili, si è preferita quella di una invarianza della popolazione studentesca rispetto alla media dei tre anni accademici appena trascorsi (2007-2009).
Si tratta beninteso di una ipotesi prudenziale, perché il passaggio a ordinamento dei corsi di I livello, e la cessazione degli esami per i privatisti, lascerebbero prevedere un graduale aumento della domanda sul Triennio. Al contempo i corsi di base continueranno la loro attività (che dovrà essere rimodulata quanto ad assetto disciplinare, contenuti/obiettivi e scansione temporale) e i corsi dell’ordinamento previgente continueranno per gli studenti già iscritti che vorranno proseguire con il loro percorso.
 

I presupposti: la popolazione studentesca media degli ultimi 3 anni.

 Il documento è quindi articolato in tre sezioni. Nella prima sono esposti i dati relativi alla popolazione studentesca della Scuola di pianoforte al giugno 2010, partitamente per corsi di base e ordinamento previgente, corsi per il Diploma di I livello, corsi per il Diploma di II livello (nei 2 indirizzi interpretativo e maestro collaboratore).
 

I dati: la popolazione del 2009/10.

C‘è la previsione sugli studenti in uscita nelle 3 sessioni di diploma del presente a.a., e i dati sulla domanda d’ammissione ai vari ordinamenti (Liceo interno, scuola media convenzionata, corsi di base, Triennio, Biennio nei 2 indirizzi.
Non ci sono, né potevano esserci, i dati sulla domanda d’ingresso al nuovo Triennio di Maestro collaboratore e al nuovo Triennio di Didattica dello strumento (per la quota dei pianisti). Il Consiglio accademico ha deciso di inviare all’approvazione ministeriale tutti i Trienni previsti dall’ordinamento ma, in assenza di un manifesto degli studi, a questi nuovi corsi non è stata data alcuna pubblicità. Quindi l’utenza non ne conosce l’esistenza e non ha motivo di chiedere l’ammissione.
I dati non comprendono, infine, la via d’accesso più tradizionale al triennio di I livello, cioè gli studenti interni che, al passaggio dal 7° all’8° anno di corso, optano per il nuovo ordinamento. Questa opzione avviene più avanti e nel momento della redazione dello studio non era stimabile.
 

I dati: studenti in uscita e previsioni d'entrata.
Non c'è domanda sui nuovi Trienni di Maestro collaboratore e Didattica dello strumento, perchè non pubblicizzati.

Il dislivello fra la stima degli studenti in uscita (36) e il totale provvisorio delle domande d’ammissione (90, ed è provvisorio perché il termine per la presentazione delle domande è stato prorogato al 31 agosto) autorizza a stimare una costanza o anche un possibile aumento della popolazione studentesca della Scuola.
Completa il quadro dei dati l’elenco delle consistenze medie della popolazione studentesca negli ultimi 3 anni, anche qui partitamente fra corsi di base, ordinamento previgente, D.A. di I livello e D.A. di II livello nei 2 indirizzi.
 
Sostanziale stabilità della popolazione. La media degli ultimi 3 anni.

La seconda sezione del documento calcola la stima del fabbisogno di ore di didattica nei prossimi 3 anni. Anche questa è articolata secondo i diversi ordinamenti. La parte più interessante è indubbiamente quella che riguarda il D.A. di I livello, perché qui si manifesta un’impennata del fabbisogno di ore/didattica per studente a carico del settore disciplinare CODI/21. Una impennata che rivoluziona tutto il quadro.
 

La stima del fabbisogno di cattedre. Impennata nel I livello.

Limitandosi alle sole discipline obbligatorie, e tenendo conto del graduale passaggio degli studenti dal percorso formativo sperimentale a quello definitivo, il documento calcola le ore di didattica necessarie agli insegnamenti individuali (che sono direttamente proporzionali al numero degli studenti) e quelle necessarie agli insegnamenti collettivi (che non sono correlate al numero degli studenti e hanno perciò un’incidenza proporzionalmente inversa al variare del numero degli studenti).
Vengono poi aggregate le ore necessarie alle discipline individuali, quelle delle discipline collettive, e il totale delle ore necessarie per i prossimi 3 anni.
 

 

Lo stesso procedimento viene applicato ai corsi per il D.A. di II livello. Qui le ore a carico del settore CODI/21 sono molto più limitate. In particolare il Biennio di Maestro collaboratore vede a Milano una sola annualità di Pianoforte, che non conduce a prova finale.
Chiude questa sezione la stima del fabbisogno di ore per i corsi di base e l’ordinamento previgente "a esaurimento", sempre sull’ipotesi dell’invarianza del numero degli studenti.
 

Il fabbisogno nel II livello, nei corsi di base e del vecchio ordinamento "a esaurimento".

Nella terza sezione vengono riportati e riassunti i dati più significativi, e le cifre sono sorprendenti.
Il totale delle ore di didattica a carico del settore CODI/21 (Pianoforte) per ciascuno dei prossimi 3 anni è di 8743 ore che, se svolte interamente in orario di cattedra, corrispondono a 27 cattedre per 324 ore annuali ciascuna. Le cattedre di Pianoforte a Milano, al momento della redazione del documento, erano 22.
 

I dati conclusivi: il fabbisogno di cattedre del settore disciplinare CODI/21 (Pianoforte).

Il numero di ore di didattica a carico del settore CODI/21 per ciascuno studente e per ciascun anno passa dalle 27 ore per i corsi di base e dell’ordinamento previgente (e sappiamo tutti che è un dato convenzionale, in realtà se ne fanno molte di più) alle 35 per gli studenti del Biennio di II livello. E s’impenna a 148 ore per studente e per anno nel caso del triennio di I livello, pur senza tener conto delle ore necessarie per gli studenti di II livello che abbiano debiti su discipline del primo.
 

I dati conclusivi: quante ore per ogni studente ogni anno, nei vari tipi di ordinamento.

Il lavoro di Rumi è un tentativo del tutto nuovo (almeno per Milano) di affrontare su basi oggettive la programmazione di una Scuola, tenendo conto degli effetti del nuovo ordinamento sul fabbisogno di cattedre. Avrebbe potuto essere una case history esemplare se non gli fosse mancato il lieto fine. Il Consiglio accademico milanese ha infatti ignorato le risultanze del documento e ha proceduto all’annunciata chiusura di una cattedra di Pianoforte e di una di Composizione, per aprire 3 posti di assistente amministrativo. Le cattedre in questione non saranno più recuperabili, nè per le discipline d'origine nè per qualsiasi altra.
 


 

Una case history senza lieto fine: il C.A. milanese chiude 2 cattedre per aprire 3 posti di assistente amministrativo

Alcune risultanze del lavoro di Rumi hanno probabilmente valenza generale. Se il numero delle cattedre non potrà salire – e sarebbe ben difficile –, e se non si potrà fare massicciamente ricorso alla didattica “aggiuntiva”, cioè al lavoro straordinario – e anche questo è altamente improbabile per le note ragioni - se ne ricava di necessità che il rapporto fra numero dei docenti del settore CODI/21 e numero di studenti è destinato a salire (o, che è lo stesso, il numero degli studenti a diminuire, a parità di docenti). Sarà compito di ciascuna istituzione orientare questo processo, cominciando a programmare il numero delle nuove ammissioni con criteri differenziati. Per esempio, definendo la quota di ammissioni all’alta formazione e quella dei corsi di base. Per esempio, identificando aree di vocazione o di eccellenza da privilegiare, e altre da moderare.
 

Valore generale del documento: cambia il rapporto numerico fra docenti e studenti. Necessità di programmare.

La popolazione studentesca, tuttavia, non è una variabile indipendente. E’ determinata a sua volta da altri fattori, quali la disponibilità di cattedre (il sistema funziona di fatto a numero chiuso) e la pressione della domanda.
Quest’ultima a sua volta è influenzata da una molteplicità di condizionamenti culturali, di mode, di tendenze anche indotte dai mass media. La domanda può essere forte su alcuni strumenti musicali a danno di altri, e non sarebbe sempre buona prassi da parte dell’istituzione assecondarla acriticamente.
La domanda di ammissione può invece essere orientata da buone politiche della comunicazione (manifesto degli studi, pubblicità dei percorsi formativi e dei relativi profili professionali) e sopratutto dall’innovazione dell’offerta formativa, a cominciare dalle convenzioni con le Università. 
Su tutti questi argomenti il sistema dei Conservatori nel suo insieme sembra in verità piuttosto in ritardo, pur con significative eccezioni.
 

Gli altri elementi necessari per programmare: le politiche di orientamento della domanda d'ammissione.

Un altro elemento indispensabile per programmare è la conoscenza degli esiti occupazionali degli studenti. E’ questo un argomento che si affronta in genere con frasi fatte, e con atteggiamenti pregiudizialmente pessimistici, oppure altrettanto acriticamente ottimistici. Certo è che di dati attendibili ce ne sono pochi.
Si tratta di una lacuna ormai insostenibile.
Sul tema degli esiti occupazionali hanno cominciato a lavorare i nuclei di valutazione del Conservatorio di Parma e di quello dell’Aquila insieme con il Consorzio Almalaurea, che cura il monitoraggio degli esiti occupazionali per l’Università. Il Conservatorio di Genova ha in progetto di collegarsi all’iniziativa. C’è da augurarsi che altre istituzioni si muovano su questo tema, prima di scoprirsi spiazzate dagli eventi senza aver potuto prevederli né condizionarli.
 

Gli altri elementi necessari per programmare: la conoscenza degli esiti occupazionali.

Sullo sfondo restano gli interrogativi, appunto “di fondo”, che vengono sollevati di tanto in tanto ma non danno quasi mai luogo a buone pratiche. Le 21 cattedre di Pianoforte e le 19 di Composizione rimaste a Milano, sono tante o poche? E in relazione a che cosa? Alle cattedre omologhe di Bari, di Frosinone, di Torino, di Venezia, o di dove? E, sopratutto, tutte assieme le cattedre di Pianoforte e di Composizione dei Conservatori italiani a quali esiti occupazionali conducono? E a che tipo di pianista, a che tipo di compositore guardano?

3 luglio 2010
 

Gli interrogativi di fondo: quante cattedre, quanti studenti. Per quali fini?
mm
 

Silvia Rumi

ELEMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA SCUOLA DI PIANOFORTE
DEL CONSERVATORIO DI MILANO NEL TRIENNIO 2010/11 - 2012/13

Sezione 1 - Dati al giugno 2010
 

DATI POPOLAZIONE STUDENTESCA 

Studenti iscritti ai corsi di base e superiori dell’ordinamento previgente

 

159

Studenti iscritti ai corsi per il Diploma Accademico di I livello

 

13

Studenti iscritti ai corsi per il Diploma Accademico di II livello

Indirizzo interpretativo

18

Indirizzo Maestro collaboratore

10

 

totale iscritti

200

 

STUDENTI IN USCITA 

Studenti in uscita nell’A.A. 2009/10

Ordinamento previgente

15

D.A. di I livello

5

D.A. di II livello (diploma interpretativo)

3

D:A: di II livello (Maestro collaboratore: annualità di Prassi esecutiva/Pianoforte assolta nell’a.a.)

13

 

totale studenti in uscita

36

 

DATI DOMANDE D’AMMISSIONE

 

 

Studenti in entrata: dati provvisori delle domande di ammissione al 30 aprile 2010, prima della riapertura delle stesse al 31 agosto 2010

 

Liceo e scuola media

12

Corsi di base

56

D.A. di I livello (domande di ammissione di esterni)

4

D.A. di I livello (stima sull’opzione per il nuovo ordinamento da parte degli studenti interni promossi all’8° corso)

2

D.A. di I livello – indirizzo Maestro collaboratore

non esistono dati

D.A. di II livello

16

 

totale domande ammissione (provvisorio)

90

 

MEDIA ANNUALE DEGLI STUDENTI ISCRITTI NEL TRIENNIO 2007/08-2009/10

 

 

 

Corsi di base e ordinamento previgente

171

 

D.A. di I livello

19

 

D.A. di II livello, indirizzo interpretativo

27

 

D.A. di II livello, indirizzo Maestro collaboratore

10

 

totale D.A. di II livello

37

 


Sezione 2 -
Stima del fabbisogno di ore/didattica del settore artistico disciplinare CODI/21 Pianoforte per il triennio 2010/11 – 2012/13, limitatamente alle discipline obbligatorie, con popolazione studentesca stabile rispetto alla media del triennio 2007/08 – 2009/2010.

 

Note.
1. La previsione di invarianza della popolazione rispetto alla media degli ultimi 3 anni è da ritenersi prudenziale, considerando il passaggio a ordinamento dei corsi di I livello a partire dall’a.a. 2010-11.

2. Il fabbisogno di ore non è direttamente proporzionale al numero degli studenti, per l’incidenza proporzionalmente inversa dei corsi collettivi. Variando in più o in meno il numero di studenti rispetto a quello qui assunto non si ottiene una variazione direttamente proporzionale del fabbisogno di ore, ma una variazione proporzionalmente inferiore.

3. Per i corsi del D.A. di I livello la stima è stata condotta sul percorso formativo in vigore per gli iscritti nell’a.a. 2009/10, pro quota; per i restanti studenti sul percorso formativo valido a partire dall’a.a. 2010/11, come confermato al Dipartimento dal Coordinatore della didattica in data 23 giugno 2010.

4. Il fabbisogno per i corsi di base e dell’ordinamento previgente “ad esaurimento” è stato calcolato sulla base di 1 ora di lezione settimanale per allievo, largamente inferiore alla prassi effettiva.

5 La presente stima non tiene conto del nuovo corso di Diploma accademico di I livello  “Maestro collaboratore”, di cui ancora non è stata data notizia all’esterno. 
 

CORSI PER IL DIPLOMA ACCADEMICO DI I LIVELLO

disciplina

ore per studente in 3 anni

fabbisogno ore in 3 anni

Prassi esecutiva e repertorio: pianoforte

153 per gli iscritti dal 2010/11 (previsione nel triennio: 6, 12, 19 studenti)

5661

Prassi esecutiva e repertorio: pianoforte

81 per gli iscritti fino al 2009/10 (previsione nel triennio: 13, 6, 0 studenti)

1539

Prassi esecutiva e repertorio: Pianoforte (totale)

 

7200

 

altre discipline obbligatorie del settore CODI/21

a) discipline collettive di cui si prevede l’attivazione in ciascuno dei tre anni

Didattica pianistica

72

72

Storia del repertorio

72

72

Prassi esecutiva della musica contemporanea

72

72

Metodologia dell’insegnamento strumentale

72

72

Improvvisazione allo strumento

72

72

Fisiopatologia dell’esecuzione musicale

30

30

totale discipline collettive

390

 

b) altre discipline a lezione individuale

Tecniche della lettura  a prima vista (comprende la previsione di 2 debitori del Biennio per anno, basata sulla media del triennio 2007/09)

27

567

Pianoforte  storico (comprende la previsione di 1 debitore del Biennio per anno, basata sulla media del triennio 2007/2009)

18

360

totale altre discipline a lezione individuale

927

totale altre discipline obbligatorie del settore CODI/21

 

1317

 

totale fabbisogno ore del settore CODI/21 nel triennio 2010/11 – 2012/13

 

8517

totale fabbisogno ore del settore CODI/21, per anno (I livello)

 

2839

  

CORSI PER IL DIPLOMA ACCADEMICO DI II LIVELLO

disciplina

ore per studente in 2 anni

fabbisogno ore in 2 anni

Prassi esecutiva e repertorio: Pianoforte (indirizzo interpretativo)

54

1458

Prassi esecutiva e repertorio: Pianoforte (indirizzo Maestro collaboratore)

27

270

Prassi esecutiva e repertorio: Pianoforte (totale)

 

1728

 

altre discipline obbligatorie del settore CODI/21

a) discipline collettive di cui si prevede l’attivazione in ciascuno dei due anni

Metodologia dell’insegnamento strumentale

24

48

Metodi, repertori, didattica

36

72

totale discipline collettive

 

120

 

b) altre discipline a lezione individuale

Tecniche della lettura a prima vista (obbligatoria solo per l’indirizzo interpretativo)

18

486

Prassi esecutiva e repertorio d’orchestra (obbligatoria solo per l’indirizzo Maestro collaboratore)

24

240

totale altre discipline a lez. individuale

726

totale altre discipline obbligatorie del settore CODI/21

846

 

totale fabbisogno ore del settore CODI/21 nel biennio 2010/11 – 2011/12

2574

totale fabbisogno ore del settore CODI/21, per anno (II livello)

1287

 

CORSI DI BASE E DELL’ORDINAMENTO PREVIGENTE

disciplina

ore per studente/anno

fabbisogno ore in ciascun anno

Pianoforte

27

4617

totale fabbisogno ore del settore CODI/21, per anno (corsi di base e ordinamento previgente)

4617

 

 
DATI CONCLUSIVI
 


totale fabbisogno ore del settore CODI/21 per la scuola di Pianoforte (discipline obbligatorie), per anno

 

 8743

           

numero dei docenti necessari a coprire il fabbisogno in orario di cattedra, in ragione di 324 ore annue per docente

27

 

ore di didattica del settore CODI/21 richieste dall’ordinamento (discipline obbligatorie), per ogni studente/anno

corsi di base e ordinamento previgente

27

corsi per il D.A. di I livello

148*

corsi per il D.A. di II livello

35**

* il dato non comprende la previsione della didattica per i debiti degli studenti del II livello.
** il dato non comprende la previsione della didattica per i debiti degli studenti di II livello. Si ricorda che la disciplina “Pianoforte” ha una sola annualità nel corso di Maestro collaboratore e non conduce a prova finale.

 

  Milano, 27 giugno 2010

contatti: team@aasp.it